250 vite vissute: l'Antologia di Spoon River - Libri e Letteratura - Opere
L'Antologia di Spoon River
L'opera...
L'Antologia di Spoon River (Spoon River Anthology) è una collezione di poesie scritta dal poeta statunitense Edgar Lee Masters (1868-1950). I 243 componimenti della raccolta non hanno però un collegamento tra loro solo nel significato simbolico o nella metrica come in altre antologie: si tratta degli epitaffi (le epigrafi scritte sulle lapidi, di uso più comune in America) di altrettanti deceduti abitanti della fittizia cittadina di Spoon River, che sorge secondo Masters sull'omonimo fiume dell'Illinois. Attraverso ogni poesia in versi liberi, sebbene assai raramente più lunga di una facciata, è possibile ricostruire la vita di ciascuno dei cittadini "spooniadi" e queste cronache si intrecciano tra di loro, alcuni personaggi appaiono più volte nelle narrazioni di altri, fino a comporre veri e propri racconti avviluppati tra le pagine che a loro volta tutti assieme caratterizzano la storia e l'ambiente di Spoon River. Il presupposto, considerato che ogni poesia è narrata implicitamente da un morto, può comprensibilmente sembrare macabro, ma non è esattamente così: l'Antologia più che della morte parla della vita, per l'appunto, come già detto, la vita vissuta da ciascuno dei personaggi. E' possibile trovare esempi di ogni tipo: chi era un criminale, chi un agricoltore, chi un politico tirannico e chi rappresentava l'opposizione, chi ha vissuto tranquillamente e chi sregolatamente, chi si è fatto giustizia da sé e chi era troppo mite, chi uno spirito libero, chi un emarginato, e ancora centinaia di individui diversi e simili tra loro...
Umberto Eco disse una volta: "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito... perché la lettura è un’immortalità all’indietro." L'Antologia di Spoon River è probabilmente l'opera che dimostra l'affermazione di Eco in maniera più lampante. La collezione di Masters ha anche un altro aspetto: con la gran diversità di pensiero e di azione mostrata può essere vista come una specie di modello della società, rappresentata nel "microcosmo" Spoon River. Società dunque illustrata nelle sue sfaccettature, con una chiara presenza sia del bene che del male che della via di mezzo. E' limpida la critica proprio alla fetta "malvagia" della collettività, all'ipocrisia e meschinità soprattutto dei potenti e al conformismo ad idee standard con la soppressione di opinioni personali. A proposito di quest'ultimo punto, riporto di seguito uno dei più famosi epitaffi dell'Antologia, l'epitaffio di Dorcas Gustine:
"Non ero amato da quelli del villaggio, / tutto perché dicevo il mio pensiero, / e affrontavo quelli che mancavano verso di me /con chiara protesta, non nascondendo né nutrendo / segreti affanni o rancori. /È assai lodato l'atto del ragazzo spartano, / che si nascose il lupo sotto il mantello, / lasciandosi divorare, senza lamentarsi. / È più coraggioso, io penso, strapparsi il lupo dal corpo / e lottare con lui all'aperto, magari per strada, / tra polvere e ululi di dolore. / La lingua è magari un membro indisciplinato - / ma il silenzio avvelena l'anima. / Mi biasimi chi vuole - io son contento."
Dunque consiglio vivamente a chiunque di leggere l'Antologia di Spoon River. La si può leggere come un romanzo, oppure una od un paio di poesie al giorno, oppure ancora un componimento preso a caso, in base al metodo di lettura preferito. Talvolta lo stile può risultare un po' difficile, ma ne vale la pena; anzi, un motivo in più per tenere attivo il cervello, ragionare, riflettere, farsi delle opinioni.
...e la sua storia
Edgar Lee Masters trasse ispirazione per l'Antologia di Spoon River dall'"Elegia scritta in un cimitero campestre" dell'inglese settecentesco Thomas Gray e dall'"Antologia Palatina", raccolta di poemetti greci stilata in periodo bizantino. Entrambe le letture erano state a Masters consigliate dall'amico William Marion Reedy, direttore della rivista "Reedy's Mirror", e difatti tra il 1914 e il 1915 pubblicò regolarmente su di essa le poesie di Spoon River. La raccolta completa uscì poi l'anno dopo, il 1916.
Ma le particolarità della storia dell'Antologia di Spoon River riguardano la sua pubblicazione in Italia. Il periodo era quello del ventennio fascista, la letteratura americana era già vista male dal regime e in gran parte censurata, ancor di più se esprimeva idee anticonformiste e spingeva il popolo a ragionare come Spoon River. L'Antologia era qui in Italia bloccata proprio da quel genere di potere che essa stessa criticava. Per la prima traduzione si dovette aspettare il 1943, grazie a Cesare Pavese e Fernanda Pivano: Pavese portò a Pivano una copia in lingua originale e lei ne rimase tanto colpita da volerla tradurre. Pavese dunque presentò il risultato alla casa editrice Einaudi riuscendo ad aggirare il Ministero della cultura popolare (in sostanza l'ufficio censura) spacciando l'opera per una certa "Antologia di S. River", dove la S. stava per "San". Il libro era già in circolazione quando fu scoperto il "misfatto" e Fernanda Pivano dovette passare dei giorni in carcere. A tal proposito dichiarò: "Era superproibito quel libro in Italia. Parlava della pace, contro la guerra, contro il capitalismo, contro in generale tutta la carica del convenzionalismo. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare [...], e mi hanno messo in prigione e sono molto contenta di averlo fatto." Successivamente l'Antologia di Spoon River ebbe grande successo in Italia, anche grazie al cantautore Fabrizio De André: dopo averla letta nel 1970, condividendo le idee da essa promosse, le dedicò l'album "Non al denaro, non all'amore, né al cielo". Tale titolo si rifa ad un verso de "La collina", la poesia introduttiva dell'Antologia, alla quale De André dedicò anche un brano a parte all'interno dell'album. Anche ognuna delle altre otto tracce presenti è dedicata ad una poesia in particolare. Nel 1975 Spoon River ottenne un adattamento teatrale, grazie anche alla collaborazione sempre di Pivano. Interessante inoltre la versione dell'Antologia del 2006, intitolata "Spoon River, ciao" (Dreams Creek): si tratta di un'idea di William Willinghton, fotografo che immortalò i luoghi dell'Illinois ai quali la fittizia cittadina era ispirata e integrò le immagini scattate ai componimenti di Masters. Tale versione è anche arricchita da testi inediti di Fernanda Pivano.
Link utile
Album di F. De André "Non al denaro, non all'amore, né al cielo": https://www.youtube.com/watch?v=UEyM_hK7yC4&ab_channel=ElioSabbatini
Fonti: wikipedia.org; Antologia di Spoon River, Edgar Lee Masters, Einaudi 1971
Scritto e redatto da Gennaro Fregola
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