Il raggiro dell'incognito - Storia di un mistero sulle onde: Giorno primo - Libri e Letteratura - Un giallo scritto da me

Il raggiro dell'incognito

Storia di un mistero sulle onde


Giorno primo


Il taxi di Knight e Butler era partito da un albergo vicino Times Square. Aveva attraversato prima tutta Manhattan Sud, poi il recente Ponte di Brooklyn, fino ad arrivare al porto del distretto. Il forte odore di pesce si faceva sentire tutt’intorno e una leggera nebbia avvolgeva le navi presenti. Al molo IV era ormeggiata la SS Portsmouth. I due salirono sulle scricchiolanti assi di legno che davano accesso all’imbarcazione. Furono accolti dal capitano Owen, sempre di buon umore nonostante l’atmosfera. Tom prese i bagagli e li accompagnò al loro alloggio in prima classe. La partenza sarebbe avvenuta tra un’ora e mezza circa.

“Allora Knight… È riuscito a decidersi sul da farsi in riguardo al suo pensionamento?”

“No, caro Butler. Gli Stati Uniti mi hanno deluso. Questo viaggio si è rivelato inutile! Sono allo stesso punto di prima…”

“Ho capito. Desidera visitare altri posti. Ma per quanto ingente, la ricompensa della Regina Vittoria non è infinita… Forse si dovrebbe concentrare di più.”

“Secondo lei ho altri pensieri per la testa oltre a questo? Non mi può capire…”

La replica di Knight spiazzò Butler. Fece una breve pausa prima di rispondere.

“Allora il suo è un caso davvero disperato… Non saprei cosa consigliarle… Mi dica lei come posso aiutarla ulteriormente.”

“Continuando a viaggiare, Butler, continuando a viaggiare. Ma per queste due settimane nelle quali torneremo a Londra, non ne voglio sapere niente. Sono stanco. Lei ha ragione, le risorse non sono infinite, ma ancora ce ne avanzano molte e penso di meritarmi un po’ di riposo.”

Così dicendo Knight si mise la giacca da camera e si stese sulla sua branda.

 

Nel frattempo gli altri passeggeri si stavano anch’essi accomodando, tra loro Leroux mostrava una visibile preoccupazione. Non aveva lasciato che Tom prendesse una sua valigetta nera, la quale consegnò invece all’ispettore Wilkinson:

 “Bonjour… Mi permetta di presentarmi, sono Gaston Leroux, il coordinatore dell’esposizione universale che si terrà a Parigi quest’anno. Avevo chiesto al capitano se fosse presente un poliziotto a bordo e mi ha indicato il vostro alloggio…”

“Piacere, ispettore George Wilkinson. Cosa desidera?”

“Il responsabile del padiglione americano non ha potuto portare i progetti per la realizzazione dello stesso per via di una malattia. Così sono dovuto andarli a prendere io e sono qui in questa valigetta. Li vorrei affidare a voi. Vi raccomando di tenerli sempre chiusi in cassaforte… Se si dovessero perdere, sarebbe una vergogna per la Francia, gli Stati Uniti e soprattutto per me!”

“Non si preoccupi Mr. Leroux, si può fidare. Tratterò il bagaglio con estrema cura.”

“La ringrazio infinitamente ispettore. Au revoir.”

“Ehm… Arrivedercì.”

Una volta che l’ispettore Wilkinson rimase da solo con la valigetta non riuscì a resistere alla tentazione di aprirla. Rimase deluso quando trovò solo carte con misure, materiali, procedimenti e simili. Non ci capiva niente. Esclamò: “Bah, sono solo scartoffie incomprensibili… Non riesco a concepire la loro importanza… Sarà.” Richiuse così la valigetta, la mise in cassaforte e inserì la combinazione.

 

TUTTO PRONTO PER LA PARTENZAAA!!!!!” Gridò un marinaio a prua. “RICEVUTO!” Rispose il capitano Owen da poppa. Con cigolii ed un tonfo finale, l’ancora venne retratta completamente. Un fragoroso scoppio provenne dalla sala macchine, il motore aveva completato l’avviamento. Gli ingranaggi iniziarono a girare con un martellante rumore. Dal fumaiolo nubi di vapore acqueo si innalzavano e si confondevano nella nebbia. Lo scricchiolante timone stava girando nelle mani del capitano, il quale fece abilmente uscire la SS Portsmouth dal porto di Brooklyn. La nave passò davanti alla ramata Statua della Libertà, proseguì fiancheggiando la costa nord-est di Staten Island e con ultime virate verso est uscì dalla baia. Così la SS Portsmouth si lasciò dietro New York e Jersey City col tramonto alle loro spalle. Nessuno si sarebbe potuto aspettare però cosa sarebbe successo durante il tragitto.

 

Quella notte fu tranquilla. La maggior parte dei presenti, tra i quali Knight e Butler, dormiva profondamente. Era sveglio il vicecapitano Palmer, che aveva dato il cambio ad Owen (anche se non importante da menzionare, quest’ultimo dormiva in maniera più sonora anche del motore). Per aiutare Palmer, anche il marinaio Philips era sveglio, e non presentava segni di sonno nonostante la mattina precedente si fosse svegliato alle cinque. Nel lato più a destra degli alloggi di terza classe, Gilbert Russell non riusciva a prendere sonno. Da una parte pensava alla propria famiglia che lo stava aspettando con ansia a Southampton e anche lui non stava nella pelle di rivederla. Dall’altra pensava al fatto che si sarebbe assentato dal suo lavoro per più di un mese e alle ripercussioni che ciò avrebbe potuto provocare sulla sua già debole condizione economica. Stava valutando di offrirsi come sguattero sulla nave per un penny all’ora…


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Scritto e redatto da Gennaro Fregola

Commenti

  1. È scritto bene, si legge tutto d'un fiato... Complimenti

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