Il raggiro dell'incognito - Storia di un mistero sulle onde: Giorno terzo - Libri e Letteratura - Un giallo scritto da me

 Il raggiro dell'incognito

Storia di un mistero sulle onde


Giorno terzo

Verso le cinque di mattina, la tempesta era cessata ed il capitano Owen andò a fare un giro di ricognizione sul ponte superiore. Le botole erano fortunatamente ancora chiuse a chiave. A un certo punto, guardandosi intorno, aggrottò le sopracciglia e girò di scatto la testa da un fianco all’altro della nave. Le scialuppe di salvataggio erano assenti. Niente panico, pensò. Se tutto fosse andato bene le scialuppe non sarebbero servite. Era comunque confuso su come fossero scomparse. Esaminò uno per uno i pezzi rimasti delle corde che le tenevano ancorate allo scafo. Sembravano tagliate. Owen ne voleva sapere di più. Andò a bussare alla porta dell’ispettore Wilkinson. Quest’ultimo si svegliò con fatica e irritazione e aprì al capitano:

“Buongiorno ispettore. Mi scusi di averla svegliata.”

“Non si preoccupi…” C’era un po’ di sarcasmo nella risposta dell’ispettore.

“Nel mio giro di ronda mattutino ho notato l’assenza delle scialuppe; volevo chiedervi di indagare.”

“Certamente…” Sbadigliò. “Ma se è possibile tra due orette, non riesco a ragionare quando sono stanco…”

“Si… Certo.” Il capitano era rimasto deluso. “Allora… buon-”

“Arrivederci.” Con un altro sbadiglio, Wilkinson chiuse la porta e tornò a dormire.

Il capitano rimase allibito. Passeggiò per tutto il ponte pensando, e gli venne in mente di Knight. Bussò al suo alloggio. Aprì Butler.

“Buongiorno, capitano Owen.”

“Buongiorno, Mr. Butler. Scusate il disturbo.”

“Non si preoccupi… Da quando Mr. Knight ha letto quel libro, “Uno studio in rosso”, sembra pieno di energie e ora ci svegliamo presto.”

“Bene… Volevo proprio chiedere un favore a lui.”

“Mr. Knight! Il capitano Owen le vuole parlare!”

“Arrivo immediatamente! … Buongiorno capitano.”

“Buongiorno a lei… Stamane ho notato che le scialuppe di salvataggio sono assenti; volevo chiedere un vostro parere, se è possibile.”

“Certo. Anche subito, se vuole.”

“È perfetto. Mi segua. Può venire anche Mr. Butler.”

Mentre i tre si avviavano verso il ponte superiore, nell’alloggio a fianco, Doyle, di sonno leggero, si svegliò sentendoli parlare. Si era incuriosito. Si vestì velocemente e li seguì a debita distanza.

“Ecco Mr. Knight, qui è dove stava ancorata la scialuppa numero 1.”

(Tra sé e sé) “Uhm… Il taglio sulle funi è netto. Solo un’arma da taglio più potente o potente come un coltello disosso può averlo procurato. Inoltre noto che la vernice sul parapetto è rigata… Controllo anche gli altri punti di ancoraggio… Stesso taglio, ma niente vernice rovinata… Anche qui… Vado dall’altro lato… Si anche qui… Pure qui… E infine qui.”

“Allora Mr. Knight?” Chiese il capitano.

“Mi dispiace doverglielo comunicare… Qualcuno a bordo ha sabotato le scialuppe. E non penso che questo sarà l’unico sabotaggio…”

“Le scialuppe!” A parlare era stata Abbey Gray.

“Signorina?! … Non ho ancora avuto il piacere di conoscerla…” Rispose Knight.

“Mi chiamo Abbey Gray. Lei chi è, un investigatore?”

“Sono Graham Knight. Investigatore lo sono stato, adesso… Adesso forse si, come forse no. Perdoni la spontaneità, ma perché lei è qui? E perché è così interessata alle scialuppe?”

“Il mio alloggio si trova esattamente al di sotto del punto di ancoraggio di una scialuppa. Stanotte non riuscivo a prendere sonno e, attraverso la finestra, l’ho vista cadere. Sono venuta a controllare. Se non ci fosse stato il frastuono del temporale a camuffare il rumore credo che se ne sarebbero accorti tutti.”

“Capisco. Mi sa dire per caso che ora era quando ha visto la scialuppa cadere?”

“Non con certezza, ma penso fosse verso mezzanotte e mezza.”

“La ringrazio.” Knight notò una faccia familiare fare capolino da una botola. “Mr. Doyle? È lei?”

“Ehm, si…” Rispose egli imbarazzato.

“Venga fuori… Immagino lei ci debba spiegazioni.”

“Ehm… Io ho il sonno leggero, e a sentire lei, il suo amico ed il capitano parlare mi sono svegliato… Ho molta curiosità, forse troppa, e perciò…”

“E’ il caso di dirlo…”

“Mi scusi…”

“Non si preoccupi… Capitano, le stavo dicendo: probabilmente questo è il primo di una serie di sabotaggi. Cosa ha intenzione di fare?”

“Finché possibile, il viaggio continuerà secondo la tabella di marcia. Le scialuppe servono solo quando una nave sta colando a picco! La vecchia SS Portsmouth mi sembra ancora integra.”

“Il suo ragionamento è corretto, ma non è da escludere che far affondare la nave sia tra i piani del sabotatore… Ma no, aspetti: il sabotatore è sicuramente a bordo, e senza le scialuppe neanch’egli potrà mettersi in salvo… Ma allora perché farle sparire? Non c’è né capo né coda… Penso che la chiave sia quella riga sul parapetto… Caro Butler, abbiamo un bel mistero per le mani.”

Butler stava per rispondere menzionando la condizione lavorativa di Knight, ma preferì rimanere zitto e annuire col capo.

“Capitano, si è assicurato di aver chiuso bene le botole?” Chiese Knight.

“Assolutamente sì. E inoltre, quando sono venuto a fare il giro di ronda, le ho trovate esattamente come le ho lasciate ieri sera.”

 “Interessante… Per caso nell’ultimo periodo qualcuno ha dimostrato rancore contro di lei o contro qualcun altro sulla nave?”

“Che io sappia, no.”

“Capitano! Eccomi! E pure in anticipo!” Anche l’ispettore Wilkinson era giunto.

“Non si preoccupi, Mr. Knight mi sta già dando l’aiuto che le avevo chiesto.”

“Mah! Fate largo alle forze dell’ordine! Voglio dare lo stesso un’occhiata.”

“Come preferisce…” Rispose il capitano.

“Uhm… Sembra che qualcuno abbia tagliato le funi… Nell’ultimo periodo qualcuno ha dimostrato rancore contro di lei o contro qualcun altro sulla nave?”

Knight e Butler si guardarono rassegnati. “Credo di no.” Rispose il capitano nascondendo seccatura.

“In ogni caso dovrebbe chiudere meglio le botole…” La seccatura del capitano stava diventando irritazione. “… e penso ci sia da allarmarsi, probabilmente il sabotatore vuole far affondare la nave! Ah, e poi, lo sa che un po’ di vernice sul parapetto è rigata? Dovrebbe farlo ritinteggiare…”

“Si, direi di sì…” Rispose il capitano mentre Knight e Butler si trattenevano dallo sbattersi la mano sulla fronte.

“E ora, cos’è tutta questa folla?! Circolare, circolare!” Esclamò l’ispettore. Poi rivolgendosi al capitano disse: “Mi dispiace, ma non trovo una pista concreta. Per indagare devo aspettare altre eventuali prove.”

 

Allora presenti sul ponte superiore si avviarono in fila irregolare verso i propri alloggi. Knight e Butler erano in coda. Mentre erano a metà delle scale, il primo fermò l’altro e gli disse sottovoce:

“Butler, se stiamo dietro a questo rimbambito noi come tutti i presenti faremo una brutta fine… Una pista c’è, ovvero quella riga sul parapetto… Ora, checché ne dica l’ispettore, torniamo su ed indaghiamo.”

“Sono pienamente d’accordo.”

“Ci pensi bene: come ho detto prima, non avrebbe senso far cadere in acqua tutte le scialuppe: se ci si trova a bordo di una nave, la quale si vuole affondare per qualche tipo di profitto, è logico mettersi in salvo come anche mettere in salvo il profitto nel caso si tratti di qualcosa di materiale.”

“Ma se il sabotatore non volesse affondarla?”

“Non avrebbe fatto sparire le scialuppe.”

“Allora il suo obiettivo è quello di far morire qualcuno.”

“Non necessariamente. Potrebbe anche voler rubare qualcosa e avere dei testimoni sarebbe spiacevole. Ma parlando così stiamo contorcendo i pensieri, seguiamo una linea di ragionamento logico dritta. Allora: chiamiamo X il sabotatore o i sabotatori. X si trova sulla nave ed ha fatto sparire le scialuppe. Ciò implica che non vuole che qualcuno si salvi nel caso la nave dovesse affondare. È molto raro che una nave affondi per incidente. Perciò X vuole affondare la nave. Ma se non ci sono le scialuppe e la nave affonda, X non può né salvarsi né salvare un eventuale refurtiva. Non c’è niente che esclude che X abbia nascosto una scialuppa. Non può averne nascoste di più poiché non c’è lo spazio sufficiente. Lo spazio per nascondere una scialuppa è o nel cassero o, essendo questa nave un veliero ammodernato, nella vecchia timoneria a poppa. Essendo il capitano nella nuova timoneria più avanti sul ponte se X avesse portato la scialuppa nel cassero lo avrebbe visto. È impossibile che una sola persona possa trasportare una scialuppa; perciò, X sono in realtà almeno due persone, ma per convenzione continuiamo a parlarne al singolare. Probabilmente, la riga sul parapetto è stata causata dallo scafo dell’eventuale scialuppa ora nascosta mentre X la stava sollevando e portando oltre la ringhiera. Concludiamo quindi che X ha quasi sicuramente nascosto una scialuppa nella vecchia timoneria.”

“Mr. Knight, il suo ragionamento non fa una piega.” 

“Andiamo a controllare a poppa. Come può vedere, caro Butler, i chiodi sulle assi che sbarrano le vecchie porte sono nuovi e questo è un’ulteriore conferma della mia teoria; vuol dire che X ha schiodato le assi, fatto passare la scialuppa e re-inchiodate con nuovi chiodi in quanto i precedenti inutilizzabili. Possiamo anche dire allora che X ha accesso ad articoli di ferramenta e che, e ciò spiega il fatto che le botole sembravano intoccate, ha esperienza nei lavori manuali.”

“E così abbiamo ristretto il campo di chi potrebbe essere X. Come vuole procedere?”

“Mi sembra ovvio: chiederò in giro. Ma è ora di colazione. Abbiamo l’intera giornata a disposizione. Ora andiamo nel salone.”

 

Nel frattempo il capitano aveva avvisato tutti della situazione sotto indicazioni dell’ispettore Wilkinson. Ciò significava che i passeggeri erano in uno stato di confusione: chi era certo che la nave sarebbe affondata, chi pensava che fosse stato un incidente, chi credeva che invece la nave sarebbe rimasta a galla. Fortunatamente, nessuno era entrato nel panico, ma era solo una forte preoccupazione generale. Dopo la colazione, Knight andò a fare ricerche, mentre Butler tornò all’alloggio e si dedicò alla lettura di “Uno studio in rosso”. Il primo tornò dall’altro verso le sette e mezza di sera. Con stupore, trovò altre due persone a lui sconosciute.

“Buona sera…”

“Ah, salve Mr. Knight!” Rispose Butler. “Questi signori volevano una sua consulenza, se è possibile…”

“Oh, ma certo. Con chi ho il piacere?”

Bonsoir… Sono Gaston Leroux, il responsabile dell’esposizione universale di Parigi. Sto trasportando di persona i progetti per il padiglione americano. Penso lei possa capire l’importanza di essi. Sono molto preoccupato che né io né tantomeno i documenti possano riuscire ad arrivare a destinazione…”

“E io sono Romeo Dixon. Mi sto recando a Londra per poter rincontrare la mia fidanzata… Non la vedo da mesi… Non so se può capire la mia preoccupazione. Ma insomma, io come anche Mr. Leroux le volevamo chiedere: secondo lei, riusciremo ad arrivare tutti quanti ed in sicurezza a Southampton?”

Ci furono un paio di secondi di silenzio. La domanda, per quanto potesse sembrare semplice, era in realtà di enorme difficoltà. Knight rispose: “Si. Ve lo assicurerò io. Volevo però fare una domanda a Mr. Leroux: in questo momento, dove si trovano i progetti?”

“Nella cassaforte dell’alloggio dell’ispettore Wilkinson.”

Knight sospirò. “In tal caso, le consiglio di consegnarmeli il prima possibile… Ho potuto constatare una certa inaffidabilità nell’ispettore Wilkinson. Le prometto che ne avrò la massima cura, si fidi.”

“Mi fido… Ora, immagino au revoir e bon appetit!”

“Arrivederci!” Anche Dixon salutò.

“Arrivederci e buon appetito.” Risposero Knight e Butler.

Una volta usciti i due uomini, Butler chiese:

“Allora Mr. Knight? Ci sono novità?”

“Non esattamente novità, ma mi hanno indicato tre potenziali sospettati: il vicecapitano Cecil Palmer, il quale agli inizi della sua carriera faceva proprio il marinaio di manutenzione navale, il marinaio tuttofare Donald Philips, abile in tutti i tipi di compiti, e l’operaio Gilbert Russell, alloggiante in terza classe, tra tutti il più bravo nel suo mestiere. Tra i tre sospetto di più Philips; Palmer si è dimostrato fedele per molto tempo, mentre non riesco a vedere chiari moventi di Russell. Ma non dobbiamo concentrarci solo su questi tre, c’era almeno un complice e potrebbe essere chiunque. Nel frattempo, caro Butler, penso sia il caso di andare in salotto a cenare.”


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Scritto e redatto da Gennaro Fregola


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